PAPA LEONE XIV ACCOGLIE LA DELEGAZIONE ECUMENICA DI COSTANTINOPOLI

CHIESA, CASA E SCUOLA DI COMUNIONE

Nella festa liturgica dei Santi Pietro e Paolo, il Papa ha ricevuto in Vaticano il 28 giugno scorso la Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, guidata dal metropolita di Calcedonia Emmanuel, presidente della Commissione Sinodale del Patriarcato Ecumenico per i rapporti con la Chiesa cattolica, e i reverendissimi padri Aetios e Ieronymo. E’ stato il primo incontro tra Papa Leone e una rappresentanza del Patriarcato ortodosso che, com’è ormai tradizione da decenni, celebra con la Chiesa di Roma la festa dei Santi Pietro e Paolo. Seguendo le orme dei suoi predecessori, Papa Leone XIV fa proseguire il cammino di dialogo ecumenico con la Chiesa di Costantinopoli, impegnandosi in prima persona per un’apertura a qualsiasi suggerimento perché questa unità tanto attesa possa fare passi in avanti.

Un cammino storico, avviato da Papa Paolo VI con l’incontro famoso settant’anni fa con Atenagora e confermato da Papa Francesco con Bartolomeo I.  L’intento è solo quello di ristabilire la comunione piena tra le chiese sorelle, cattolica e ortodossa. Con l’udienza alla delegazione del Patriarcato Ecumenico Papa Leone  XIV quindi rafforza i legami di dialogo fraterno e di impegno di ascolto reciproco.

COMUNIONE GIÀ ESISTENTE TRA LE CHIESE

La visita sarà ricambiata il 30 novembre da una delegazione cattolica a Istanbul per la festa dell’apostolo Andrea. Il Papa ribadisce nel suo discorso che il vincolo fraterno che unisce Pietro e Andrea, discepoli di Gesù e fratelli di sangue, è segno di una comunione già esistente.

Dopo anni di incomprensione tra le due chiese, con passi coraggiosi di Paolo VI e Atenagora, come il loro abbraccio nel gennaio 1964 a Gerusalemme, e nel 1965 la cancellazione delle scomuniche che pesavano sulle rispettive chiese e che gravavano su di esse dallo scisma d’Oriente del 1054, oggi si assiste ad un nuovo scenario di reciproca comprensione e amicizia che porta ad intensificare un cammino di sana riconciliazione per una piena comunione tra le due Chiese.

Dopo secoli di estraniamento, quell’incontro del 1964 è stato il segno visibile di grande speranza, che ispira e incoraggia i cuori e le menti di tanti uomini e donne che oggi bramano di giungere, con l’aiuto di Dio, al giorno in cui si potrà insieme partecipare al banchetto eucaristico.

 GRATITUDINE  PER LA PRESENZA  DEL PATRIARCA BARTOLOMEO

Il Papa ha espresso profonda gratitudine per la recente partecipazione del Patriarca Bartolomeo ai funerali di Papa Francesco e alla Messa inaugurale del pontificato di Leone XIV: «una testimonianza di sentita vicinanza» secondo le parole papali. Questi gesti rinnovano la speranza di una “piena comunione visibile” tra le tradizioni cristiane.

 UN IMPEGNO VERSO  LA PIENA COMUNIONE

L’intento di perseverare nello sforzo per ristabilire la piena comunione visibile tra le due Chiese da parte del Papa è un impegno che richiama il suo motto episcopale In Illo uno unum – “in quell’unico (Cristo) siamo uno” – e conferma la sua volontà di proseguire il dialogo ecumenico inaugurato da Francesco.

RIFERIMENTO AL CONCILIO  DI NICEA E SINODALITÀ

Nella cornice del discorso l’attenzione del Papa si è allargata alle più ampie prospettive del dialogo cristiano. Leone XIV ha ribadito il valore del 1700° anniversario del Concilio di Nicea, una tappa fondamentale dell’unità nella fede di tutte le Chiese cristiane.  In questo contesto ha sottolineato l’intreccio tra ecumenismo e sinodalità:

«Consapevole che sinodalità ed ecumenismo sono strettamente collegati, desidero assicurare la mia intenzione di proseguire l’impegno di Papa Francesco…» Ha invitato non solo i teologi e i pastori, ma tutto il popolo di Dio a unirsi in preghiera e azione per questo obiettivo, “opera dello Spirito Santo.”

DIALOGO E PACE: UN MESSAGGIO UNIVERSALE

Il Pontefice allude inoltre all’importanza del dialogo interreligioso, citando relazioni significative con ebrei e musulmani, e auspicando gesti concreti come la pace, il disarmo e la giustizia sociale nel mondo.

UN PASSO AVANTI VERSO L’UNITÀ

Il discorso di Leone XIV rappresenta un passo significativo per la Chiesa cattolica nel percorso ecumenico. Riscoprire la comunione già esistente, valorizzare la sinodalità, dialogare con le altre fedi e impegnarsi per la pace sono le tappe di un cammino comune che – sotto la guida dello Spirito – mira al ristabilimento di un’unità autentica e visibile tra i cristiani. L’udienza del 28 giugno 2025 si inscrive nel solco di un profondo dialogo tra Roma e Costantinopoli, rilanciando la speranza che, nonostante le differenze, i cristiani possano davvero “camminare insieme”, come fratelli in Cristo, verso la piena comunione auspicata fin dai tempi apostolici.

“L’unità nella Chiesa e fra le Chiese, sorelle e fratelli, si nutre di perdono e di reciproca fiducia. A cominciare dalle nostre famiglie e dalle nostre comunità. Se infatti Gesù si fida di noi, anche noi possiamo fidarci gli uni degli altri, nel suo Nome. C’è anche un altro elemento che Papa Leone sottolinea e che riguarda i “cristiani che il Vangelo rende generosi e audaci persino a prezzo della vita”. Ci si mette a servizio dell’unità e della comunione a costo della propria esistenza: “Esiste così un ecumenismo del sangue, una invisibile e profonda unità fra le Chiese cristiane, che pure non vivono ancora tra loro la comunione piena e visibile. Voglio pertanto confermare in questa festa solenne che il mio servizio episcopale è servizio all’unità e che la Chiesa di Roma è impegnata dal sangue dei Santi Pietro e Paolo a promuovere la comunione tra tutte le Chiese.” (Angelus 29 giugno). In contrasto con la mentalità mondana si offre servizio all’unità che nasce dalle pietre scartate, un rovesciamento che si realizza in Cristo, “la pietra”, da cui Pietro riceve anche il proprio nome. La pietra che diventa testata d’angolo. “Ciò che a noi appare grande e glorioso è stato prima scartato ed espulso, perché in contrasto con la mentalità mondana. Chi segue Gesù si trova a camminare sulla via delle Beatitudini, dove la povertà di spirito, la mitezza, la misericordia, la fame e la sete di giustizia, l’operare per la pace trovano opposizione e anche persecuzione. Eppure, la gloria di Dio brilla nei suoi amici e lungo il cammino li plasma, di conversione in conversione… Gli apostoli Pietro e Paolo siano dunque di esempio per tutti noi e come afferma il Papa: “in questo mondo lacerato la Chiesa sia casa e scuola di comunione”.

Carmela Venditti