SAN NICOLA A GUARDIAREGIA: UN PONTE TRA PASSATO E FUTURO

LA FESTA PATRONALE COME RISCOPERTA DELL’IDENTITÀ E DELLA SPIRITUALITÀ DI COMUNITÀ

Anche quest’anno il paese si è riunito in occasione delle celebrazioni del Santo Patrono, che rappresentano un momento prezioso e insostituibile di comunità per la collettività del piccolo borgo molisano.

In questi tempi di disgregazione sociale e di impoverimento dei valori autentici del vivere comune e della cristianità, i riti religiosi e i momenti conviviali delle festività paesane costituiscono una linfa vitale per rinvigorire e rinnovare lo spirito di appartenenza e di unione.

San Nicola è uno dei santi più conosciuti e venerati della Chiesa. Ma, in realtà, chi è stato San Nicola?

I fatti storici certi attribuibili al Santo di Bari sono pochi. Si sa con certezza che nacque tra il 270 e il 286 d.C. a Patara, in Turchia. Ordinato sacerdote in giovane età, divenne vescovo di Myra poco dopo e fu imprigionato e martirizzato durante le persecuzioni contro i cristiani.

Numerose sono le leggende che lo circondano, tutte accomunate dall’eroica virtù di alleviare il dolore di chi si rivolgeva a lui in preghiera, grazie alle sue miracolose azioni.

Tra le più note vi è la leggenda della donazione della dote: Nicola aiutò un uomo povero e le sue tre figlie, che rischiavano di essere avviate alla prostituzione per mancanza di dote. Ogni notte, egli lasciava delle monete d’oro per ciascuna delle giovani, finché ebbero quanto necessario per potersi sposare. Altre leggende ricordano il miracolo della quiete della tempesta o quello del grano.

San Nicola incarna valori immortali come la carità, la gentilezza, la misericordia, l’onestà, la vitalità e la disponibilità: virtù che lo rendono eternamente venerabile, fungendo da ponte tra il passato e il futuro.

Nell’omelia della celebrazione, Sua Eccellenza Mons. Colaianni ha giustamente sottolineato la peculiare qualità di San Nicola come “ponte tra Oriente e Occidente, testimone dell’unità della Chiesa, costruita con la carità e il servizio”.

Ma siamo noi pronti e aperti a ricevere concretamente l’insegnamento di San Nicola? Quale messaggio possiamo davvero interiorizzare e restituire al mondo come esempio tangibile di devozione genuina e pura?

L’esortazione del nostro Vescovo è semplice quanto essenziale: siamo chiamati a vivere le celebrazioni della traslazione delle reliquie di San Nicola non come una mera ricorrenza, ma come segno del desiderio che egli sia presente nelle nostre vite, per custodirci, proteggerci e aiutarci a costruire ponti.

Mariagrazia Atri