Excursus storico
Libera nasce il 25 marzo 1995 con l’obiettivo di coinvolgere la società civile nella lotta alle mafie e promuovere la consapevolezza della partecipazione attiva nel contrasto alla illegalità in tutte le sue forme e manifestazioni.
È una rete di più anime (associazioni, movimenti, scuole, diocesi, parrocchie, per citarne alcune, oltre 1600), impegnate non solo “contro” le mafie, ma “per” la giustizia sociale, la tutela dei diritti, per diffondere la cultura della legalità.
Il primo degli interventi, su cui si fonda l’opera di Libera, caratterizzandone l’impegno, è la continuità. Seguono la proposta — non basta l’indignazione, occorre avere progetti e realizzarli. Infine, la coralità: il noi, la corresponsabilità e la condivisione sono gli elementi che ne contraddistinguono la natura.
La lotta alle mafie è un problema culturale, sociale, non solo criminale, che si affronta in sinergia con le componenti della società civile. Anche le comunità locali devono essere coinvolte nel processo di contrasto alla criminalità organizzata, attraverso la promozione della cultura della legalità e la collaborazione con le istituzioni.
Struttura
Libera è presente su tutto il territorio italiano con 20 coordinamenti regionali, 75 coordinamenti provinciali e 295 presidi locali. Inoltre, è presente in 35 Paesi d’Europa, Africa e America Latina. Presidenti dell’organizzazione sono don Luigi Ciotti e Francesca Rispoli.
Anche in Molise, dopo una breve pausa, si ricostituisce il presidio di Libera, grazie all’impegno di don Alberto Conti, direttore della Caritas di Trivento, e grazie al suo rapporto speciale con don Luigi Ciotti.
Dopo incontri di conoscenza e formazione, durati quasi due anni, il 10 giugno u.s., presso la sede della Caritas di Trivento, si è dato avvio alla ricostruzione del presidio di Libera Molise.
Presenti all’incontro, oltre alle rappresentanti nazionali di Libera, Tatiana Giannone ed Elisa Crupi, vi erano diverse realtà sociali locali, tutte molto interessate e consapevoli della responsabilità e dell’impegno necessario per avviare un processo di monitoraggio e contrasto alle mafie, in qualsivoglia forma esse si presentino sul territorio, dalla corruzione a ogni
altra forma di illegalità.
Conoscenza. Consapevolezza. Corresponsabilità.
Ancorché il territorio molisano non includa formazioni criminali autoctone, pur tuttavia, a causa della sua vulnerabilità geografica — determinata dalla vicinanza di zone ad alta concentrazione criminale e mafiosa — offre la possibilità, per espansione territoriale, ad infiltrazioni di mafie extra-regionali (Campania, Puglia, Lazio), in quanto territorio appetibile. È quanto emerge dalla relazione della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) e dalle recenti indagini della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia).
È di tutta evidenza il rischio di infiltrazioni criminali nel tessuto economico molisano, non più isola felice, ma ad alto rischio di infiltrazioni mafiose, soprattutto negli ambiti relativi ai rifiuti, all’edilizia, agli appalti PNRR, al traffico di droga, al racket delle estorsioni, al riciclaggio di denaro sporco, all’usura — soprattutto in provincia di Campobasso. Tali ambiti sono sotto osservazione e interesse da parte delle organizzazioni criminali.
Le zone più esposte a tale rischio sono quelle confinanti con la fascia adriatica, nel Basso Molise, e l’area del Sannio/Matese, attraverso il traffico di stupefacenti ed il riciclaggio di denaro sporco.
Nella provincia di Isernia le mafie utilizzano il territorio come base logistica. Pur non facendo notizia per la presenza mafiosa, il Molise rischia di diventarlo per capacità attrattiva, in quanto tutto accade senza che se ne parli abbastanza e nella completa indifferenza dei più.
La lotta alla mafia deve diventare una battaglia di tutti, indipendentemente dalle appartenenze.
È necessario un coinvolgimento corale ed inclusivo per difendere la legalità e, soprattutto, la sopravvivenza del Molise.
L’impegno di Libera sul territorio sarà orientato a monitorare i fenomeni di attività illegali, supportando le istituzioni, affinché il territorio sia esempio di resistenza e legalità.
La responsabilità e il coinvolgimento della comunità saranno gli strumenti a cui si farà appello affinché i cittadini possano essere consapevoli che la sopravvivenza del territorio dipende dall’impegno profuso da parte di ciascuno per conservarne l’integrità e consentire lo sviluppo sostenibile, diventando parte attiva del destino sociale.
“C’è bisogno di un grande impegno culturale, educativo e di politiche sociali, investendo soprattutto sui giovani”, invitandoli a “non restate nei sepolcri! ma diventare capaci di risorgere a vita nuova!”, per avere un futuro di speranza, nel proprio territorio.
Silvana Maglione