PIATTAFORMA LAUDATO SI'

PER PREPARARE INSIEME UN FUTURO PIU’ EQUO E SOSTENIBILE

Che mondo vogliamo lasciare ai nostri bambini?” “Noi esseri umani siamo uniti come fratelli e sorelle in un meraviglioso pellegrinaggio” (LS 92) (Papa Francesco)

Cos’è

Al termine della Settimana Laudato Sì (16 – 24 maggio u.s.) è stata lanciata, dal Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, la LSAP (Laudato sì Action Platform). Il progetto, di azioni concrete, nasce per la realizzazione di una visione ecologica integrale della Laudato Sì. Poiché “siamo tutti interconnessi e interdipendenti”, per porre rimedio ai danni causati dall’abuso delle attività umane alla natura, è necessario che tutti uniscano i propri talenti, per apportare un contributo di responsabilità. Operiamo concretamente per cambiare il futuro, affinché diventi più giusto, più equo e sostenibile. Il percorso, in partenariato, lungo 7 anni, che prevede gruppi di lavoro tematici, consentirà alle famiglie, comunità parrocchiali e diocesane, scuole e università, ospedali, imprese, aziende agricole ed istituti religiosi di dare attuazione all’enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune (LS). Il cammino “vedrà impegnate in diversi modi le nostre comunità, perché diventino totalmente sostenibili, nello spirito dell’ecologia integrale”. Il programma operativo prevede 7 obiettivi della Laudato Sì: la risposta al grido della Terra, l’ascolto del grido dei poveri, l’economia ecologica, l’adozione di uno stile di vita semplice, l’educazione ecologica, la spiritualità ecologica, il coinvolgimento delle comunità e l’azione partecipativa. Per l’utilizzo della Piattaforma è stato creato un sito web, accessibile in nove lingue (www.laudatosi.va).

Obiettivo: Un movimento popolare critico

 Lo scopo è quello di costituire e formare un movimento popolare critico dal basso che s’impegni e promuova la trasformazione e sensibilizzazione delle comunità verso il bene comune, sviluppando un’interazione che educhi a condividere risorse, aiuti. Essere interdipendenti, abitanti di un unico mondo, necessita della consapevolezza di agire seguendo un unico progetto condiviso. L’ecologia integrale richiede l’impegno di camminare insieme per la realizzazione di questi obiettivi. Un comitato costituito ad hoc guidato dal Dicastero collabora, tra gli altri, con Caritas Internationalis, il Catholic Global Climate Movement, la Rete delle ONG cattoliche, l’Unione dei Superiori religiosi di Roma, Reti ecclesiali, per preparare insieme un futuro migliore. Nel video messaggio di presentazione della Piattaforma, Papa Francesco evidenzia che le ferite inferte dall’uomo all’ecosistema, attraverso un comportamento predatorio, abbiano causato una crisi ecologica senza precedenti. La pandemia, peraltro, ha amplificato il grido dei poveri e della natura. Da questa evidenza la necessità di impostare la nostra vita ad un nuovo approccio ecologico che modifichi il “nostro modo di abitare il mondo, i nostri stili di vita, la nostra relazione con le risorse della Terra e, in generale, il modo di guardare all’uomo e di vivere la vita”, attuando “un’ecologia umana integrale, che coinvolga non solo le questioni ambientali ma l’uomo nella sua totalità”, per ascoltare “il grido dei poveri”.

Abbiamo una responsabilità

Nei confronti delle nuove generazioni abbiamo una grande responsabilità.  “Che mondo vogliamo lasciare ai nostri bambini”? Perché il domani sia migliore per noi e per i nostri giovani occorre superare la visione egoistica del benessere, bisogna mettere le basi per un nuovo percorso di vita che contemperi l’esigenza di conservare e proteggere le risorse della terra e di goderne, promuovendo una vita ecosostenibile, compatibile con il benessere sociale e dell’ecosistema. Alla globalizzazione dell’indifferenza occorre contrapporre la globalizzazione della solidarietà che Papa Francesco ci ricorda, essere un lessico, ancorché in disuso, ma “non una parolaccia”. I giovani, sempre più sensibili ed impegnati sulle questioni ambientali, esigono che le loro istanze siano presenti nei tavoli locali, regionali, nazionali ed internazionali, dove si discute di un mondo più giusto e delle azioni urgenti ed indifferibili per ridurre l’impatto del cambiamento climatico, che sta compromettendo irrimediabilmente il presente e il futuro di noi tutti.

Tempo del Creato

 Il Tempo del Creato: il 1° settembre del 1989 è stato proclamato dal Patriarca ecumenico Dimitrios, per gli ortodossi, Giornata Mondiale di preghiera per la cura del Creato. Il Consiglio Mondiale delle Chiese lo ha prorogato al 4 ottobre, Festa di San Francesco d’Assisi, il Santo patrono dell’ecologia. Papa Francesco, infine, lo ha accolto nella Chiesa Cattolica romana e reso ufficiale nel 2015. Durante questo periodo, nel mondo, oltre 2 miliardi di cristiani si riuniranno, in preghiera, intorno  al tema “una casa per tutti. Rinnovare l’Oikos di Dio”. E’ un momento per rinnovare la relazione con il creato attraverso la celebrazione, la conversione e l’impegno concreto. Durante questo tempo, si agisce come unica famiglia nella difesa per la casa comune. “Questo tempo sia speso per appianare gli odi e le divisioni – ce ne sono tanti – sia tempo per sentirci tutti più fratelli, sia tempo di costruire e non di distruggere, prendendoci cura gli uni degli altri e del creato” (Papa Francesco). Tempo in cui sarà necessario farsi voce di chi voce non c’è l’ha: i deboli, i vulnerabili e mobilitarsi in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP 15) ad ottobre, in Cina, e quella sui cambiamenti climatici che si terrà a Glasgow a novembre (COP 26), sperando che la pandemia ne consenta la realizzazione. Sarà l’occasione per alzare la voce e chiedere ai governanti azioni concrete e non solo sottoscrizione di accordi e trattati o, peggio ancora, la solita passerella di politici che fanno promesse senza poi mantenerle. Durante la settimana della Laudato Sì, inoltre,  è stata lanciata la petizione “Pianeta Sano, persone Sane”, un invito a firmare per chiedere ai governanti mondiali l’adozione di provvedimenti decisivi per risanare la casa comune.

Silvana Maglione