XXIX Giornata Mondiale del Malato

Il significato profondo della malattia

DIRITTO ALLA CURA è stata celebrata anche a Campobasso, l’11 febbraio, nella chiesa di S.Pietro Apostolo, dopo i riti presso gli ospedali della città, la “XXIX giornata del malato”, istituita da Giovanni Paolo II il 13 maggio 1992, quando gli fu diagnosticato il Parkinson. L’iniziativa promossa dall’Unitalsi ha visto la presenza del Pastore della diocesi, padre GianCarlo Bregantini, che ha presieduto il rito religioso unitamente alla intera fraternità dei conventuali che regge spiritualmente la parrocchia, oltre che una nutritissima partecipazione di fedeli che hanno occupato tutti gli spazi disponibili del pur ampio luogo di culto. Una cerimonia carica di significati, come ha sottolineato il Vescovo, in un momento in cui la pandemia sta creando danni incalcolabili, soprattutto per l’altissimo numero di vittime che fa registrare. Ed è alla Signora della grotta che occorre aggrapparsi, con preghiere pressanti per far terminare il triste periodo e assicurare protezione agli ammalati, i più vulnerabili. Questa data è stata scelta in onore della Madonna di Lourdes, in quanto molti pellegrini recatisi in visita alla grotta hanno riferito di essere stati guariti per intercessione della Vergine. In questa occasione, Papa Francesco ha inviato un messaggio, non solo di affetto e vicinanza ai malati, ai poveri, agli emarginati, a coloro che patiscono ingiustizie sociali, ma anche di monito per chi ha responsabilità di governo a tutti i livelli. Esorta a impegnare risorse umane e materiali nella cura della persona perché la salute non solo è un “bene primario comune”, ma anche un diritto che deve essere garantito a tutti, come sancisce la Costituzione. E’ di pubblico dominio, infatti, che i sistemi sanitari hanno mostrato, specie in questo periodo di pandemia, inadeguatezze e carenze nell’assistenza alle persone malate. Non sarebbe opportuno destinare i fondi del Recovery Found alla sanità e assumere personale qualificato che supporti a domicilio le famiglie in difficoltà? Nella nostra esperienza, abbiamo avuto testimonianza di come sia complicato gestire, per esempio, un anziano malato di Alzheimer, quando i suoi familiari sono tutti impegnati nel lavoro e le risorse economiche non consentono un ricovero presso strutture specializzate. Ancora, si potrebbe pensare di impiegare locali dismessi nei quali creare momenti di incontro e socializzazione, una volta che questo periodo di distanziamento sociale forzato sarà trascorso.

IL SENSO E IL MESSAGGIO DELLA GIORNATA D’altro canto, vi sono esempi di dedizione e generosità degli operatori sanitari che, con grande professionalità e umanità, hanno accudito i malati di Covid nei reparti di degenza, dove non era consentito l’accesso ai familiari, aspetto che è stato abbondantemente messo in evidenza da monsignor Bregantini. Papa Francesco afferma infatti che “la vicinanza è un balsamo prezioso che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia”. Esempi, questi, di persone competenti e professionali, che prestano il loro servizio con spirito di abnegazione e non hanno dimenticato la propria “creaturalità”, l’essere cioè figli di un unico Padre e fratelli universali, che hanno bisogno gli uni degli altri e tutti del Padre. Il significato della giornata mondiale del malato è ben preciso: prendersi cura dell’altro con tenerezza e delicatezza, senza essere indiscreti. Certamente è un impegno importante, come sottolinea Francesca dell’istituto serafico di Assisi, dove si curano sordomuti e ciechi. Ella afferma che purtroppo viviamo in una società dove spesso si tende a “bandire il limite”, a metterlo da parte, perché è complicato prendersi cura dei diversamente abili. Bisogna invece considerare che queste persone ci insegnano tanto nel riportarci ai valori autentici della vita. Il significato e il messaggio della giornata del malato deve essere quello di dare voce a tutte le persone che per la società sono invisibili e che il sostantivo “persona” viene sempre prima dell’aggettivo “malata”. Da ciò possiamo dedurre che la malattia deve essere vissuta come un “evento carico di vita”, deve assumere un significato “pedagogico”. In altri termini, deve insegnare la riconoscenza a Dio per i tanti doni ricevuti, apprezzare il bene nascosto, a vedere i problemi della vita nell’ottica di rinnovate semplicità e umiltà. La malattia spinge alla preghiera e invita ad approfondire la domanda sul senso della vita. Papa Francesco nel messaggio all’UNITALSI del 9 novembre 2013, ebbe a dire: “…Siete uomini e donne, mamme e papà, tanti giovani che, mossi dall’amore per Cristo e sull’esempio del Buon Samaritano, di fronte alla sofferenza, non voltate mai la faccia dall’altra parte”.

Per l’UNITALSI Anna Di Mella

Mariarosaria Di Renzo