Il 3 ottobre alle ore 9.30, presso il Refettorietto, si è svolta la cerimonia di consegna del riconoscimento “Rosa d’Argento 2025 – Frate Jacopa” alla signora Adele Previtali, originaria di Sulmona (Abruzzo). Quest’anno è la regione Abruzzo a offrire l’olio destinato alla basilica di Santa Maria degli Angeli e alla basilica di San Francesco e, come da tradizione, il premio viene conferito a una donna della regione offerente, scelta dalla Conferenza Episcopale di Abruzzo-Molise, che si è distinta come “testimone di fede, speranza e carità” nel nostro tempo.
Il Premio è intitolato alla nobildonna di Marino, Jacopa de’ Settesoli, stretta e fedele amica di Francesco: la chiamava affettuosamente “Frate Jacopa” e la considerava una sorella e un’amica laica, tanto da volerla accanto a sé nei suoi ultimi istanti di vita. Il riconoscimento è stato istituito ufficialmente nel 2009 e dunque vede coinvolto l’Abruzzo per la prima volta, dal momento che i pellegrini abruzzesi sono tornati ad Assisi dopo vent’anni.
Presenti all’attesa cerimonia, numerosi rappresentanti civili e religiosi di Umbria, Abruzzo e Lazio che hanno voluto rendere omaggio a Adele e a suo marito. Insieme, la coppia ha aperto la loro casa a Pacentro, in provincia dell’Aquila, per accogliere ragazzi con disabilità e in situazioni di disagio. Membri della Comunità Papa Giovanni XXIII, hanno trasformato la loro vita in un servizio agli ultimi, condividendo con loro la quotidianità e offrendo una famiglia a chi non ce l’ha. La loro missione è un esempio di carità e dedizione, fondato sulla fede e sull’amore.
Riportiamo di seguito il discorso integrale di Adele Previtali:
Ringrazio di cuore tutti voi!
Ringrazio il mio vescovo sua Eccellenza Monsignor Michele Fusco.
Ringrazio sua Eccellenza Monsignor Camillo Cibotti, Presidente della Conferenza Episcopale Abruzzese – Molisana con i vescovi che ne fanno parte. Vi ringrazio per questo dono ricevuto, dono inaspettato.
Dono che è pienamente condiviso con mio marito Sergio, perché nulla ho mai fatto senza di lui e grazie a lui.
La nostra storia è iniziata come dono di Maria, quando ai piedi della croce del Križevac, a Medjugorje, io ancora ventenne, le chiesi il dono di un amore vero, quello con la A maiuscola, e Maria ha accolto e realizzato pienamente la mia preghiera.
Se dovessi racchiudere in poche parole la nostra storia, potrei dire che ogni passo, ogni scelta, ogni esperienza bella e intensa che abbiamo vissuto è sempre nata da un “Sì” dato al Signore.
Un “Sì” a volte deciso e chiaro, altre volte timoroso e tremante, e a volte dato per rispondere a un bisogno anche quando non ne avevamo tanta voglia.
Ma di una cosa siamo sempre stati certi, e che ripetiamo costantemente ai nostri ragazzi e a tutti i giovani che incontriamo: “Per fare della tua vita un capolavoro, devi imparare a dire Sì al Signore; con i No Lui non può costruire nulla. Con i SI si possono scoprire dei progetti di DIO che sono impensabili per noi e che mai ci immagineremmo di vivere”.
Desidero dedicare la rosa d’argento alle nostre figlie naturali. Sin da piccole, non solo ci hanno accompagnato e sostenuto nei nostri “Sì”, ma anche loro hanno pronunciato dei “Sì” impegnativi. Hanno scelto di rinunciare a un amore esclusivo dei loro genitori lasciando entrare nella nostra famiglia altri figli, pronte ad accogliere anche figli con disabilità mentali importanti, hanno imparato a condividere i loro spazi e i loro giochi, ma anche il denaro, poiché noi abbiamo scelto di non accumulare risorse per poterle condividere con i più poveri, in un fiducioso abbandono alla Provvidenza, certi che DIO sempre si prenderà cura di noi.
Ma la rosa d’argento desidero dedicarla anche ai nostri figli di cuore sia perché sono per noi quel dono inaspettato e mai pensato che il Signore ci ha preparato ma anche perché oggi, con le nostre figlie che ormai vivono in autonomia, sono loro che ci sostengono nei nostri Si e spesso sono loro per prima a dire “Ma la nonna viene a stare da noi? Eddai siii? ” e noi che forse volevamo trovare una scusa per dire no, siamo richiamati da loro a continuare ad aprire le nostre porte di casa, ma soprattutto il cuore, nonostante anche noi siamo ormai dei nonni!”
Infine, dedico questo premio a Manuel, nostro nipote, che da cinque anni vive e condivide da volontario la sua vita con i nostri piccoli, e la cara sorella di comunità Marianna, che ha scelto di dedicare la sua vita agli ultimi condividendola pienamente nella nostra famiglia.
La nostra vita, basata sulla condivisione con i più fragili, spesso non ci permette di partecipare a eventi come questo, perché non tutti i nostri ragazzi possono essere portati ovunque. Il fatto che Manuel e Marianna restino a casa con il nostro ragazzo autistico ci offre la libertà di uscire e vivere momenti importanti come questo.
La loro presenza è per noi segno di come dio si prende cura dei suoi figli.
Non posso concludere questo ringraziamento senza dedicare un pensiero a Frate Jacopa, che oggi sento come sorella, amica e compagna di viaggio nel percorso della vita.
Ammetto che Jacopa era una figura poco nota per me; ne conoscevo solo il nome grazie alle suore Alcantarine. Ricordo ancora la sensazione di stranezza provata quando ho sentito il suo nome per la prima volta, ma che bella sorpresa scoprire che era il modo in cui affettuosamente la chiamava Francesco.
Ricevere il riconoscimento della Rosa d’Argento mi ha spinto ad approfondire la sua storia. Ne è emersa una figura forte e decisa, ma anche delicata e attenta, con quella sensibilità che solo le madri sanno avere, una dolcezza che ha espresso anche in gesti semplici come il dono dei mostaccioli o del cuscino a Francesco. Per tutto questo il mio cuore è ricolmo di gratitudine per questo riconoscimento, di profonda gratitudine, ma dall’altro ne sento il peso e la responsabilità. Una responsabilità che oggi mi chiama, ci chiama, ad essere ancora più fedeli a Cristo e alla Chiesa. Grazie a tutti!




