Cari fratelli e sorelle, illustri Autorità, gentili giornalisti, a nome dei Vescovi d’Abruzzo, è con profonda emozione spirituale che oggi partecipo alla presentazione dell’evento che ci vedrà, come intera comunità abruzzese, pellegrini ad Assisi nei giorni 3 e 4 ottobre prossimi: “L’Abruzzo ad Assisi. Una fiamma d’amore per San Francesco”.
Il messaggio che i Vescovi dell’Abruzzo hanno voluto condividere per questa occasione, e che oggi vi consegniamo come traccia per la riflessione, è un percorso spirituale in vista del pellegrinaggio che faremo ad ottobre. Nel messaggio viene sottolineano che “l’Abruzzo ha maturato in questi 20 anni un profondo e simbolico legame spiritualmente carico di significato”. Questo nesso, cari amici, non è un dato storico qualsiasi, ma un legame vitale e profetico. È la consapevolezza di come la nostra storia, in particolare dopo gli eventi che ci hanno segnato, si sia intrecciata con un disegno divino, trasformando le ferite in segni di speranza. La fiamma votiva della lampada che accenderemo ad Assisi è il coronamento visibile di questo percorso, il simbolo ardente della nostra gratitudine e della nostra incrollabile speranza.
La fiamma, come mirabilmente espresso nel messaggio, rappresenta “il segno della preghiera che si eleva al Signore, per l’Italia e per i suoi cittadini”. È un gesto di intercessione collettiva, un innalzamento corale di cuori e di voci. In un tempo di “guerre, violenze, divisioni e ingiustizie, la luce accesa con il nuovo olio vuole essere invocazione”, portare questa fiamma ad Assisi assume un significato ancora più profondo. È un grido di pace che si leva dal cuore dell’Abruzzo, una preghiera accorata per la riconciliazione e la fraternità universale. È il nostro modo di dire: “Siamo qui, Signore, con le nostre fragilità, ma anche con la nostra sete di giustizia e la nostra fame di pace”.
Il pellegrinaggio ad Assisi è un’opportunità preziosa per riscoprire le radici spirituali che ci uniscono e per rafforzare i legami di comunione. Sarà un momento di profonda preghiera e di intima riflessione, in cui potremo attingere alla fonte inesauribile della spiritualità francescana. Una spiritualità che ci invita con forza alla semplicità, alla minorità, all’amore incondizionato per il creato e per i più piccoli. I Vescovi hanno giustamente evidenziato la presenza di tanti “uomini e donne” che dall’Abruzzo hanno arricchito la famiglia francescana, testimoniando con la loro vita una fede autentica e operosa. Essi sono per noi un faro luminoso e un incoraggiamento a vivere il Vangelo con radicalità.
Il cuore di questo pellegrinaggio è racchiuso nell’atto di offrire “l’olio per la lampada votiva”. Questo gesto, carissimi è l’espressione di un dono di sé, di un’offerta che coinvolge l’intera vita. “L’olio della lampada, che arde perennemente sulla tomba del Serafico Padre San Francesco, è una gioia che vuole abbracciare ogni realtà ecclesiale e civile, Parrocchie e Comuni uniti per affidare l’intera Nazione al suo celeste Patrono”. È un atto di comunione profonda, che supera i confini parrocchiali
e comunali per abbracciare l’intera Nazione. È un “dono pellegrino”, frutto di un cammino, che si traduce in un impegno concreto per una Chiesa e una società più giuste e solidali.
Questo evento si inserisce provvidenzialmente nell’orizzonte del Giubileo della speranza 2025. Seguendo l’invito di Papa Francesco desideriamo metterci in cammino come “pellegrini di speranza”, vogliamo riaffermare con forza il nostro impegno a vivere il Vangelo, a essere autentici discepoli di Cristo, a promuovere la pace e la giustizia, a custodire il creato e a servire i poveri.
In questo cammino di speranza, non possiamo non richiamare alla memoria e al cuore la figura luminosa di San Pietro Celestino V, un Pontefice che, pur nella sua breve esperienza, ha lasciato un’eredità spirituale immensa. Egli rappresenta un ponte ideale che unisce in modo indissolubile L’Aquila e Sulmona, e che accomuna tutte le nostre sette diocesi abruzzesi. Celestino V, le cui spoglie riposano in questa Basilica di Collemaggio, con la sua umiltà radicale e la sua ricerca della pace interiore, ci ricorda che la vera grandezza risiede nella semplicità e nella fedeltà a Dio. La “Perdonanza Celestiniana” è un anticipo profetico di quella misericordia che Papa Francesco ci invita a vivere nel Giubileo. La sua presenza qui, oggi, in questo luogo sacro, rafforza il senso di unione e di identità spirituale che lega tutto l’Abruzzo.
Il nostro pellegrinaggio vorrà essere un’autentica esperienza di grazia, un’occasione privilegiata per rimetterci in cammino, per rafforzare la nostra fede e per testimoniare con la vita l’amore di Dio nel mondo. Sarà un momento di profonda unione nella preghiera e di fiduciosa intercessione, chiedendo a San Francesco e a San Pietro Celestino V di vegliare sull’Abruzzo e sull’intera nazione.
Ringrazio di cuore tutti coloro che, con impegno e dedizione, hanno reso possibile questo evento, in particolare i Custodi delle Basiliche di Assisi, le autorità civili e religiose qui presenti, e tutti i fedeli che parteciperanno a questo pellegrinaggio. Un ringraziamento speciale va anche all’Ufficio Comunicazioni Sociali della CEAM (Conferenza Episcopale Abruzzo-Molise), nella persona di don Claudio Tracanna, per il prezioso lavoro di diffusione e coordinamento.
Che la luce di San Francesco e la spiritualità di Celestino V illuminino sempre i nostri passi e risplendano nei nostri cuori.
Grazie.




