La piazza di Santa Maria degli Angeli si è accesa nel pomeriggio del 3 ottobre — giorno in cui si fa memoria del Transito di San Francesco d’Assisi — con i colori e i ritmi delle danze folkloristiche e tradizionali dell’Abruzzo, la regione che quest’anno ha l’onore di offrire l’olio per le lampade votive delle Basiliche Papali di Santa Maria degli Angeli e di San Francesco in Assisi. Un momento di arte, spettacolo e gioia, preludio alla celebrazione liturgica, che ha saputo unire la preghiera e la cultura popolare nella cornice del luogo tanto caro al Santo.
Il corteo dei Sindaci
A seguire, i sindaci d’Abruzzo con i loro gonfaloni, le Regioni e le Province di Abruzzo e Umbria, le famiglie religiose sono state accolte con solennità nella Basilica, precedute dal suono delle chiarine di Assisi, insieme a una rappresentanza imponente e sentita del popolo abruzzese che ha “invaso” pacificamente Santa Maria, ricolmandola di preghiera e devozione. Il senso di comunità, di identità regionale e di fede si è fuso nell’abbraccio che ha unito l’intera famiglia francescana e i pellegrini giunti numerosi dalle diocesi dell’Abruzzo.
I Primi Vespri del Transito di San Francesco
Alle 18 sono stati celebrati i Primi Vespri del Transito di San Francesco all’interno della Basilica e presieduti da S.E. mons. Emidio Cipollone, Arcivescovo di Lanciano-Ortona e Vicepresidente della Conferenza Episcopale Abruzzo-Molise. Ha concelebrato S. Em.za il cardinale Ángel Fernández Artime, Legato Pontificio per le Basiliche Papali di Assisi, affiancato da mons. Domenico Sorrentino, Arcivescovo-Vescovo di Assisi–Nocera Umbra–Gualdo Tadino–Foligno, e da numerosi vescovi, sacerdoti e religiosi dell’intera Regione ecclesiastica Abruzzo-Molise. A rendere ancora più intensa la celebrazione, la presenza dei Ministri Generali e Provinciali delle Famiglie Francescane e dei tanti fedeli riuniti intorno alla Porziuncola per commemorare l’ora in cui Francesco, nel 1226, lasciò la terra per tornare al Padre.
La lettura del Transito
La liturgia, come da tradizione, ha incluso la lettura del Transito di San Francesco, tratto dalle Fonti Francescane, che rievoca con emozione e sacralità gli ultimi istanti del Poverello, immerso nella fraternità, nella lode a Dio e nell’accoglienza del mistero della morte come “sorella” e porta verso la vita eterna. La voce intensa di fr. Matteo Ferraldeschi ha accompagnato il momento solenne, proprio a ridosso della Cappella del Transito dove Francesco è spirato.
“Portare solo il necessario“
Nell’intensa omelia, mons. Emidio Cipollone ha voluto offrire una riflessione profonda sul tema del “transito”, inteso non solo come spostamento fisico, ma come immagine della vita stessa. «Ogni strada – ha detto – ci ricorda che la vita è fatta di soste e ripartenze, di incontri e di distacchi. A volte la strada è libera, altre volte intasata, a volte richiede strumenti per essere percorsa. Così è la vita: serve discernimento per capire quali vie prendere, quali abbandonare». Ripercorrendo il Vangelo di Luca, che racconta il cammino di Gesù verso Gerusalemme, il Vescovo ha evidenziato come anche noi siamo chiamati a un cammino che implica sacrifici, scelte coraggiose e, soprattutto, la capacità di lasciare il superfluo. «Per passare dalla porta stretta – ha sottolineato – dobbiamo portare solo lo stretto necessario».
Un cammino, quello del discepolo, che implica anche distacchi dolorosi, ma necessari. «Gesù ci chiede di lasciare anche legami importanti – ha ricordato mons. Cipollone – come quelli di sangue o di amicizia, per costruire relazioni nuove, fondate in Cristo». E ancora più radicale è l’invito al distacco da se stessi: «Nel transito della vita non possiamo restare concentrati solo su di noi. Se guardiamo solo il nostro ombelico, non andiamo lontano. Dobbiamo prendere ogni giorno la nostra croce: non come punizione, ma come possibilità d’amore». In questo cammino di conversione, il Vescovo ha portato l’esempio di San Francesco, che ha saputo rinunciare alla ricchezza e alla gloria per abbracciare i poveri, vivere la fraternità e scoprire la vera gioia.
Infine, l’invito forte a fidarsi della Provvidenza e a riscoprire la fede come forza che rende possibile l’impossibile. «Non serve una fede enorme – ha detto – basterebbe un granello, e anche ciò che è impensabile può accadere». Come Francesco ha saputo trasformare la propria vita dopo aver compreso di essere su una strada sbagliata, anche noi siamo chiamati a “calcolare i costi” del nostro discepolato. «Il nostro transito – ha concluso il Vescovo – è una storia d’amore con Gesù. Non basta sapere le cose su di lui: bisogna vivere un’unione vera, gratuita, fedele. Solo così anche la morte non ci farà più paura, perché sarà l’ultimo passaggio verso l’abbraccio eterno con Lui».
Il dono dell’Abruzzo
A seguire, le delegazioni dell’Abruzzo hanno offerto, per mano dei sindaci e dei cittadini, l’olio per la Basilica di Santa Maria degli Angeli in anfore tradizionali, opere d’arte e prodotti tipici, insiemea un contributo per il restauro della Basilica di Santa Maria degli Angeli.
Al termine della celebrazione, ha preso la parola fra Massimo Fusarelli OFM, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, che ha proclamato l’annuncio ufficiale del Centenario Francescano del Transito di San Francesco, 1226 – 2026, “Con Sorella Morte verso la Casa del Padre”.
L’annuncio dell’Ottavo centenario del transito
«Con gioia evangelica e profonda gratitudine verso l’Altissimo Signore – ha detto -, noi Ministri Generali della Famiglia Francescan, in comunione con la Chiesa Diocesana e il suo Vescovo, annunciamo in questa Solennità l’Ottavo Centenario del Transito di San Francesco (1226-2026). Quest’Ottavo Centenario rappresenta il culmine del grande cammino giubilare francescano che dal 2023 al 2026 ripercorre gli ultimi anni benedetti della vita del Poverello di Assisi. La sua morte, avvenuta alla Porziuncola la sera del 3 ottobre 1226, è stata il compimento supremo di una vita donata. Come egli stesso cantò nell’ultima strofa del Cantico delle creature: “Laudato si, mi Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullo homo vivente pò skappare”.
L’apertura ufficiale delle celebrazioni centenarie avrà luogo il 10 gennaio 2026 ad Assisi.
Il Transito di San Francesco è sempre occasione concreta per lasciarsi interrogare dal Vangelo vissuto. Una tradizione che si rinnova ogni anno e che nel 2026 assumerà un significato ancora più profondo, quando si farà memoria degli ottocento anni del Transito del Poverello di Assisi, un anniversario che chiama tutti a riscoprire, con umiltà e coraggio, l’attualità della sua testimonianza.




