Abruzzo ad Assisi. Il Messaggio dei Vescovi ai fedeli

Cari fratelli e sorelle delle Chiese che sono in Abruzzo, il Signore vi dia pace. 

Con il saluto francescano desideriamo raggiungervi per condividere con voi la gioia che la nostra Regione si troverà a vivere nei prossimi 3 e 4 ottobre, quando saremo chiamati ad offrire ad Assisi l’olio per alimentare la lampada che arde perennemente sulla tomba del Serafico Padre San Francesco. È una gioia che vuole abbracciare ogni realtà ecclesiale e civile, Parrocchie e Comuni uniti per affidare l’intera Nazione al suo celeste Patrono. 

Il gesto dell’offerta dell’olio che ogni anno è affidato ad una Regione Italiana ritorna dopo 21 anni da quando l’Abruzzo è stato protagonista di questo momento. Si tratta di un gesto profondamente simbolico e nello stesso tempo spiritualmente carico di significato. L’olio che alimenta la lampada votiva posta sulla tomba del Patrono d’Italia vuole essere segno della preghiera che si eleva al Signore, per l’Italia e per i suoi cittadini. 

Nella Scrittura (Gen 8,11), il ramoscello d’ulivo portato dalla colomba a Noè segna la fine del diluvio, l’annuncio di una nuova alleanza tra Dio e l’umanità. Oggi, in un mondo lacerato da guerre, violenze, divisioni e ingiustizie, la luce accesa con il nostro olio vuole essere invocazione accorata per la pace e promessa di un impegno ad essere costruttori di fraternità. Offrendo questo olio, le nostre Chiese si uniscono al grido dei popoli che anelano alla pace vera, quella che nasce dalla giustizia, dalla misericordia, dal perdono, dall’incontro fraterno tra gli uomini. San Francesco ha camminato sulle nostre strade. La tradizione e alcuni documenti storici attestano la sua presenza in diversi luoghi dell’Abruzzo. Qui ha incontrato volti, raccolto silenzi, benedetto campagne e città. Ma più ancora, è lo spirito francescano che ha attecchito e continua a germogliare nel cuore delle nostre genti: uno spirito fatto di semplicità, di laboriosità, di amore per il creato e di compassione per gli ultimi. La nostra Regione è impregnata della presenza serafica. Numerose sono, infatti, le presenze francescane — maschili e femminili — che da secoli abitano le nostre diocesi: i Frati Minori, i Cappuccini, i Conventuali, le Clarisse, le Francescane Missionarie e tante altre espressioni di vita consacrata ispirate al Poverello. I loro conventi, i monasteri, i luoghi di ritiro e preghiera sono da sempre fari accesi nella notte, segni di una Chiesa che vuole essere umile e povera, ma ricca di Vangelo. 

Stiamo vivendo il Giubileo che Papa Francesco ha voluto caratterizzare con la parola “Speranza”. Una speranza che non è illusione, ma certezza di una Presenza che non ci abbandona. Una speranza che chiede di essere custodita, alimentata, condivisa. In quest’ottica, l’offerta dell’olio e il cammino che ci porterà ad Assisi il 3 e 4 ottobre, permetteranno alla nostra Regione di farsi Pellegrina di Speranza. 

Come preparazione spirituale alle giornate che vivremo ad Assisi, stiamo accogliendo nelle nostre Diocesi un dono prezioso: la “peregrinatio” delle reliquie di San Francesco. Questo “passaggio” del Santo tra le nostre comunità vuole essere un invito a lasciarci toccare dal suo esempio, dalla sua radicalità evangelica, dalla sua letizia profonda e contagiosa. Certamente Francesco ci consegnerà alcuni inviti: ritornate al Vangelo, tornate a Cristo, amate la Chiesa, servite i poveri, custodite il creato, vivete la pace. 

Carissimi, il pellegrinaggio che vivremo come Regione il 3 e 4 ottobre prossimi, porterà ad Assisi la fatica e la speranza del nostro popolo, le sue ferite e i suoi sogni, le sue preghiere e le sue mani operose. Porteremo il volto di una Chiesa che desidera essere discepola del Vangelo, umile come Francesco, libera come lui, lieta nel servizio e coraggiosa nella testimonianza. 

A voi, sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, laici e laiche, giovani e anziani, famiglie, a voi tutti che abitate le terre abruzzesi, giunga il nostro abbraccio fraterno e il nostro grazie. L’olio che offriremo non sarà soltanto frutto della nostra terra, ma segno dell’amore e dell’impegno con cui vogliamo contribuire all’edificazione della nostra Italia. 

Che San Francesco ci accompagni e ci benedica. Che la sua fiamma accesa sulla sua tomba, alimentata dall’olio delle nostre terre, possa davvero riscaldare e illuminare le notti del nostro tempo.

I Vescovi dell’Abruzzo