De Gasperi: a 140 anni dalla nascita (3 aprile 2021/3 aprile 1881)

A sessantasette anni dalla morte e a 140 anni dalla nascita, Alcide De Gasperi è menzionato frequentemente, perché della politica fece un’arte (intesa come azione virtuosa per i molti benefici effetti sociali) e una missione personale di carità cristiana per liberare l’uomo dai bisogni più pressanti.

E’ difficile contenere solo in qualche pagina le riflessioni sulla incisiva sua attività governativa! Ma, proprio in quanto trovo attenzione in questa rivista (IntraVedere), posso consentirmi di riferire e intravedere (quasi di sfuggita) qualche tratto più significativo, che lo rende attuale oggi.

Le peculiarità della sua politica consistono nel ricercare, progettare e indirizzare ogni sforzo che egli fece nel pensare all’avvenire delle future generazioni: obiettivo che in politica è da anteporre sempre a ogni fine personale, di elezione o rielezione al Parlamento.

A tal riguardo, rimane un autentico profeta, sia per la problematica italiana socio economica interna, che per la strategia e i rapporti tra le nazioni dell’Europa (e del Mondo), tutte bisognose di  pacifica- zione, per il raggiungimento dei veri beni umani.

E su Alcide De Gasperi – coincidenza non cercata – scrivo queste righe oggi 18 aprile, ricorrenza indimenticabile dell’apertura nel 1948 delle urne per le prime elezioni politiche della nuova Repubblica Italiana.

La DC degasperiana riscosse allora il 48,5% dei consensi.

Certamente questo risultato – e le provvide azioni che ne seguirono – sono conferma del suo buon governo e della fiducia crescente nei principi democratici, che seppe inculcare nella coscienza degli italiani, che lo ricordano autentico padre della patria.

Andò alla presidenza del Consiglio come candidato dei partiti. Però, mentre i partiti volevano interamente il potere politico, egli voleva e perseguì l’autorevolezza dello Stato, in quanto non  dipendente dai partiti. Questo fu il senso profondo del suo governo e la misura che fa dire agli studiosi di storia politica che governò bene.

Con questa metodologia riuscì a

  • risollevare l’Italia dalle rovine della guerra più sanguinosa dello scorso secolo,
  • placare gli odi più accesi dalle persecuzioni e lotte razziali (con tutte le disumane vicende conseguenti),
  • aprire rapporti internazionali, per promuovere la pacificazione,
  • avviare l’Europa verso mete di unione politica tra gli Stati su piano energetico, economico, nucleare, produttivo e di difesa.

Fece tutto questo avendo in sé – e promuovendola negli altri – la capacità di non distaccarsi dal popolo e dalle sue esigenze: di risollevarlo sovvenendo ai bisogni: di lavoro, di abitazioni (erano state distrutte dalla guerra), di istruzione, di strutture e infrastrutture civili, di servizi, ecc.

Per conquistare questi obiettivi, fondò la Cassa per il mezzogiorno.

Provvide anche alla ricostruzione dei danni morali di una guerra perduta, ma onorevolmente riscattata dalla Liberazione.

E’ bene parlare di lui, anche in questo tempo, in cui i disastri causati e quelli temuti (per la pandemia incombente) fanno paurosamente ripensare al 1945 e alle rovine della guerra!.

La presente situazione, per essere affrontata con successo, richiede un coraggio straordinario e la guida ferma come la sua nel dopoguerra.

La nostra vita nazionale vive da tempo stagioni di eccezionale delicatezza. Dubbi e incertezze aggrediscono le speranze di sviluppo e benessere e l’impazienza, di tornare alle usate ed abusate pratiche, è un pericolo da evitare!

Di qui l’esigenza  di attingere al coraggio, che non mancò ai “figli della guerra” negli anni della ricostruzione degasperiana.

Molti di quei protagonisti li abbiamo perduti per il Covid, ma, quelli che restano possono testimoniare e additare la positività dei governi del Presidente De Gasperi: sia per la politica interna che per quella internazionale, in prospettiva della futura unione europea.

Il centrismo, che caratterizzò i suoi governi, non era geopolitico, ma centrale rispetto al sentire dei più per i contenuti e le problematiche socio economiche sopra accennate, proiettate anche oltre i confini nazionali, per la sua visione di un’Europa patria comune e non più teatro di guerre fratricide.

Di queste mete di sviluppo si ritrovano tracce compendiate nel fondo di ripresa, all’attenzione e alla discussione dell’Europa di oggi, per cui torna in mente il discorso che De Gasperi tenne a Parigi alla Conferenza parlamentare europea il 21 aprile 1954.

Ne riporto qualche riga, che sembra scritta per rispondere con positività alle polemiche di oggi:

“È la volontà politica unitaria che deve prevalere. È l’imperativo categorico che bisogna fare l’Europa per assicurare la nostra pace, il nostro progresso e la nostra giustizia sociale, che deve, anzitutto, servirci da guida…”

E’ il centrismo oggi indispensabile, per consentire il passaggio  dalle accese polemiche alle pacate discussioni, dalla politica divisiva a quella unitiva, dalla dialettica alla dialogica!

Sono i presupposti della trasformazione, del divenire insieme progettisti e protagonisti di una ripresa possibile, dopo i tanti disastri causati dal Covid.

“Serve la voglia collettiva, per uscire da un lungo letargo”, ha scritto l’11 aprile 2021 sul Corriere della sera Giuseppe De Rita, a conferma della sua acuta visione del futuro del Paese!

E’ la via per conseguire – con gli obiettivi del Recovery found – anche la ricostruzione fisica, civile, politica e morale dell’Italia.

E’ la via per riaprire il corso della speranza e della fiducia nel futuro.

E’ la traduzione – in progetto – della visione del bene comune, da coniugare con la solidarietà e la sussidiarietà, principi peculiari delle politiche unitive, in cui De Gasperi fu inarrivabile maestro.

E’questo il momento per riacquistare – con attendibili progetti di trasformazione del sistema – la credibilità degli altri e la convinzione in noi stessi di potercela fare, come nel dopoguerra De Gasperi riuscì – in quella più grave situazione – a risollevare l’Italia sconfitta, realizzando la ricostruzione, necessaria e sufficiente  per portarla alle soglie del miracolo economico.

Come allora, dobbiamo pensare alla riconciliazione nazionale, attuare compiutamente la costituzio-nale volontà del popolo sovrano, in un orizzonte politico atlantico-occidentale.

De Gasperi seppe riportare – la complessa società italiana post-fascista e l’articolato mondo cattolico – alla unitaria visione della scelta democratica, come sintesi alla quale si può pervenire con la paziente tessitura di difficoltà e incomprensioni, fino al pieno e convinto consenso ed adesione alle regole e principi democratici.

Su queste basi, i prossimi mesi saranno impegnativi per

  • costruire – con visione non restaurativa ma innovativa- il nuovo sistema di sviluppo, reso possibile e promosso dal soccorso dell’ Europa patria comune (auspicata dallo statista trentino), sempre più attenta al ruolo che merita nel Mediterraneo, in Africa e nel Mondo;
  • esaltare la visione euro-atlantica internazionale, perché il futuro si prospetta sempre più aperto alla competizione tra le grandi potenze.

Queste le premesse per esser certi di farcela!

E’ un augurio, ma anche un impegno, per non ricadere sul sistema vecchio ed inefficiente, che ci tiene nello stato di insuperata crisi dal 2008.

 

Sarà questo il miglior modo per ricordare Alcide De Gasperi: lo statista autentico, vanto del Trentino!.

Nel Corriere Trentino, del 28 marzo scorso, è stato presentato il libro di Paola De Gasperi e Marco Odorizzi “Alcide e Francesca: una storia familiare”.

E’ lo spaccato di vita familiare, che – dai particolari intimi dell’epistolario – fa emergere aspetti  di straordinaria coerenza dell’uomo e dello statista, aspetti meravigliosi, ma non sorprendenti, per la loro alta portata ideale e spirituale,“sintesi perfetta dei sentimenti –  cementati dalla fede – che univano questa grande coppia”,!

Tant’è che Suor Lucia, la secondogenita di casa De Gasperi, scrisse alla madre (Francesca) il giorno della morte del padre: “… tua è la gioia di avergli creato intorno un’atmosfera di serenità coadiuvata dal suo così cristiano e umano altruismo”. Peculiarità che ha incarnato e portato anche nel servizio reso alla DC e alla Repubblica Italiana.

Rievocare la figura di De Gasperi (che potrà essere appannata, ma non cancellata della memoria degli italiani, per i segni indelebili, che si rintracciano nelle loro coscienze) potrà essere sempre utile per trovare stimoli e sostegno nell’affrontare il futuro e le relative responsabilità, superare qualunquismi, populismi e sovranismi, effetti nocivi all’unità nazionale e generativi di sterili conflittualità.

                                                                                                  Gaspero  Di  Lisa